jueves, 28 de mayo de 2009

curriculum vitae

2009 Galeria "La Cometa", Bogota', Colombia

sábado, 23 de febrero de 2008

Giuliano Bartolozzi

Spazio Zero

Caracas

Dagli inizi della sua carriera, Giuliano Bartolozzi (Italia, 1947) si e’ interessato alla fotografia per ideare modi di rappresentazione que gli permettessero di esprimere il reale e l’immagnario. Le sue ricerche sull’Arte lo portano a interrogarsi sull’utilizzazione di questa tecnica, per trasformare la sua applicazione in modo ampio che ammette l’utilizzo di diversi mezzi e supporti. il suo processo creativo parte da una selezione di immagini – fotografate, disegnate, stampate o impresse – che poi mescola per creare sorprendenti ibridi che arricchiscono notevolmente il discorso pittorico. La sua tematica si ispira al mondo vegetale; cosi’, descrive la flora tropicale attraverso dei suoi componenti basilari: fiori, frutti, spighe, rami, alberi e arbusti, i quali conformano i motivi delle sue indagini artistiche. Le forme emergono dal piano per convertirsi in un alto e basso rilievo; a sua volta, lo spazio penetra il formato, lo frattura, lo espande, liberando la composizione dai suoi limiti convenzionali. In questo modo, ritaglia, organizza, struttura, spezzetta y sovrappone immagini che si traducono in una visione poetica del suo mondo naturale. “In poche parole – afferma l’artista – lascio che la realta’ mi suggerisca una forma astratta in cui sviluppare la mia tematica di sempre: la materia e le sue possibilita’. Dunque, tale realta’ mi stimola razionalmente y emozionalmente a incontrare un ICONO (come, in questo caso, il fiore) e utilizzarlo come elemento simbolico...”. Questa e’ la base che orienta la sua ricerca, virtualmente plasmata nella sua recente esposizione fatta nella Galleria Spazio Zero, dal 17 maggio al 17 giugno 2007. La mostra ha raggruppato un insieme di opere che vanno dal disegno alla pittura e alla installazione, tecniche che esegue mediante la combinazione di prodotti industriali che accentuano tanto l’aspetto materiale come quello immateriale. Bartolozzi accentua i suoi manufatti puri ed elementari, che producono una sintesi visiva e concettuale che evita le sofisticatezze intellettuali. Con un meticoloso lavoro, questo creatore manipola il visibile e l’invisibile fino ad ottenere un risultato sottile e delicato, pero’ radicale e contundente nei suoi propositi. Da tale punto di vista, i suoi propositi sono quelli di evidenziare la curvatura delle forme, la organicita’ delle figure, il ritmo che causa la ripetizione di un’immagine, i contrasti che nascono dal confrontare pieni e vuoti, chiari e oscuri. Nell’opera intitolata Valencia, un’installazione costituita da un unico elemento che si ripete costantemente, l’artista allude alla forma di una foglia di albero realizzata in acrilico trasparente, collocata in maniera ordinata e simmetrica sulla superficie del muro. Con questo stesso motivo realizza combinazioni in cartone, carta e acrilico, in una successione di tendine appese, con le quali ottiene alternative visive che passano dal positivo al negativo, dal grezzo al fine. Questo stesso principio lo applica al piano tridimensionale, materializzando sulla tela forme monocrome che riempiono il formato, come possiamo apprezzare in Sudario e Calco A e Calco B.

Le basi di questa esposizione vanno rivolte a movimenti, generi e tendenze provenienti dalla tradizione pittorica occidentale, sia per l’uso di materiale utilizzati nell’arte povera che per la ricreazione di tematiche celebri, come nel caso della Olimpia di Manet, dalla quale ha origine il titolo di questa esposizione ed il nome dell’opera che protagonizza la mostra. Si tratta di una scultura-installazione costruita con pezzi di filo metallico, carta, plastica e tela, tra l’altro, disposti a formare una gigantesca rosa. La messa in scena propizia una lettura teatrale, in quanto l’opera si esibisce sola in una sala a parte illuminata con luce focale che risalta le testure e particolarita’ della sua struttura. L’opera appoggia su due grossi cuscini bianchi, la cui disposizione ci ricorda il nudo allungato che dipinse Manet nel 1863 per il Salone dei Respinti a Parigi. L’Olimpia di Bartolozzi si evidenzia sobria e maestosa, in mezzo al recinto architettonico che la limita, e provoca in noi associazioni che rimandano a significati archetipici vincolati all’amore ed alla bellezza femminile. Con la realizzazione di questa composizione l’artista ha potuto sublimare l’emozione che le causo’ la contemplazione del controverso nudo di Manet, che segno’, per molto tempo, la sua sensibilita’ come artista. “ L’Olimpia – confessa l’autore – mi evoco’ piulsioni sensuali che prima non avevo avvertito nella mia opera e che forma parte della mia vita. Vidi questa donna come un fiore e trasformai la sua realta’...”.

Gladis Yunes Yunes

libera trad. dallo spagnolo di G.Bartolozzi

Rivista “Art Nexus” # 67 Dic-Feb 2008.

Cronache pag. 159-160.

ART NEXUS DIC-FEB 2008

Giuliano Bartolozzi

Spazio Zero

Desde los inicios de su carrera, Giuliano Bartolozzi (Itaia, 1947) se interesò en la fotografia para idear los modos de representación que le permitieran expresar lo real y lo imaginario. Sus investigaciones en torno al hecho artistico lo llevan a replantear la utilización de esta técnica, para transformar su aplicación en campo abierto que admite la explotaciòn de distintos medios y soportes. Su proceso creativo parte de una selección de imágenes –fotografiadas, dibujadas, estampadas o impresas – que luego mezcla para crear sorpresivas hibridaciones que enriquecen notablemente el discurso plástico. Su temática se inspira en el mundo vegetal; asi describe la flora tropical a través de sus componentes básicos: flores, frutos, espigas, ramas, arboles y arbustos, los cuales conforman los motivos de sus indagaciones artisticas. Las formas emergen del plano para convertirse en un alto o bajo relieve; a su vez, el espacio penetra el formato, lo fractura, lo expande, liberando la composición de sus limites convencionales. De este modo, recorta, ordena, estructura, desmenuza y superpone imágenes que se traducen en una vision poética del entorno natural. “En pocas palabras – afirma el artista – dejo que la realidad me sugiera una forma abstracta en la cual desarrollar mi temática de siempre: la materia y sus posibilidades. Entonces dicha realidad me estimula racionalmente y emocionalmente a buscar un ICONO (como, en este caso, la flor) y utilizarlo como aelemento simbolico…”. Ėste es el eje que orienta sus busquedas, virtualmente plasmadas en su reciente exposición exhibida en la Galeria Spazio Zero, entre el 17 de mayo y el 17 de junio. La muestra reunió un conjunto de obras que abarcaban el dibujo, la pintura y la instalación, técnicas que ejecuta mediante la combinación de productos industriales que evidencian tanto su aspecto material como inmaterial. Bartolozzi resalta sus acabados puros y elementales, lo cual otorga una síntesis visual y conceptual que elude los rebuscamientos intelectuales. A través de una meticulosa artesania. este creador manipula lo visible y lo invisible hasta obtener un resultado sutil y delicado, pero radical y contundente en sus posturas. Desde esta perspectivas, su propósito es destacar la curvatura de las formas, la organicidad de las figuras, el ritmo que causa la repetición de una imagen, los contrastes que se suscitan del enfrentamiento entre tierras y vacios, o entre claros y oscuros. En la obra denominada Valencia, una instalación constituida de un único elemento que se repite constantemente, el artista alude a la forma de una hoja de árbol realizada en acrilico transparente, colocada de manera ordenada y simètrica sobre la superficie del muro. Con este mismo motivo realiza combinaciones en cartón, papel y acrilico, en una sucesión de cortinas colgantes, con las cuales logra alternancias visuales que transitan entre lo positivo y lo negativo, o entre lo machizo y lo leve. Este mismo principio lo lleva al plano tridimensional, materializa sobre el lienzo formas monocromas que invaden el formato, como podemos apreciar en Sudarios, Calco A y Calco B.

Los planteamientos de esta exposición guardan reminiscencias con movimientos, gèneros y tendencias provenientes de la tradición pictorica occidental, bien sea por el uso de los materiales emparentados con el arte póvera, o por la recreación de temáticas célebres, como es el caso de la Olimpia de Manet, de la cual deriva el titulo de esta exposición, asi como el nombre de la pieza que protagoniza la muestra. Se trata aquí de una escultura-instalación armada con retazos de alambre, papel, plástico y tela, entre otros componentes, dispuestos en forma de una gigantesca rosa. La puesta en escena propicia una lectura teatral, ya que la pieza se exhibe solitaria en una sala aparte iluminada con luces focales que resaltan las texturas y particularidades de su estructura. La obra yace sobre dos cojines u almohadones blancos, cuya disposición nos recuerda el desnudo acostado que pintara Manet en 1863 para el Salón de los Rechazados en Paris. La Olimpia de Bartolozzi se yergue sobria y majestuosa, en medio del recinto arquitectónico que la resguarda, y provoca en nosotros asociaciones que se corresponden con los significados arquetipicos vinculados al amor y la belleza femenina. Con la realización de esta composición el artista ha podido sublimar la emocion que le causara la contemplación del controvertido desnudo de Manet, el cual marcó, durante mucho tiempo, su sensibilidad como artista. “ La Olympia – confiesa el autor – evocó en mi una pulsión sensual que antes no habia vertida en mi obra y que forma parte de mi vida. Yo vi a esta mujer como una flor y transformé su realidad...”.

Gladis Yunes Yunes

Revista “Art Nexus” # 67 Dic-Feb 2008

Crónicas pag. 159-160.

lunes, 13 de agosto de 2007


Non e' facile amare il deserto.

Cercavo il mio Rosso. Un Rosso che mi desse possibilita' di spaziare fino al blu e avesse una ferita. Perche' un Rosso senza Ferita non e' un Rosso, per me.

sábado, 4 de agosto de 2007

Come l'onda, la vita,
un po' ti culla,
un po' ti strapazza.
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Stare al gioco
e' la sua Legge.
Senza Lasciarsi Domare.

martes, 31 de julio de 2007